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Visualizzazione dei post da ottobre, 2019

#9-Nomi della cosa

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La parola fiocina deriva dal latino   fŭscĭna «forcone, tridente». Infatti la forma della fiocina, in una delle sue versioni assomiglia ad un tridente. Il suo sinonimo è arpone, o arpione, nome più comune ma errato etimologicamente, parola che deriva dal francese harpon (affine ad arpa) e dallo spagnolo arpón.   In inglese la parola fiocina è tradotta spear o harpoon ; in spagnolo lanza; in francese lance; in russo  копье; in cinese 矛; la pronuncia in italiano è /ar'pjone/

#8-La Cosa- L'arpione

Ho scelto come cosa la fiocina, chiamata anche arpione nei tempi attuali, perché è un oggetto che rappresenta in tutto e per tutto la cultura secolare della pesca, tradizione in atto da generazioni di famiglie a Scilla. E' infatti la pesca stessa che ha reso e rende questo luogo speciale, la possibilità di sedersi in un locale, costruito con palafitte affacciate direttamente sul mare, per mangiare del pesce fresco è uno dei motivi per cui il comune di Scilla non ha stagione né tempo, a lungo sognato d'inverno e ben vissuto d'estate. La fiocina è l'utensile fondamentale per la caccia al pescespada, che viene servito in molteplici modi in tutti i ristoranti della piccola città, e riassume la danza effettuata dai pescatori, che lottano contro il pescespada per vincere. Fin dai tempi antichi, anche se variando di nomi e forma, è la cosa che è rimasta invariata nella caccia al pesce.

#7-Film Tra Scilla e Cariddi

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Nel film "Tra Scilla e Cariddi" diretto da Demetrio Casile, Scilla fa da sfondo ad una vicenda che cela del mistero: una giovane donna, dopo essere stata vittima di un pericoloso incidente d'auto, sembra scomparire completamente dalla circolazione. Il marito della donna fa fatica a credere alle leggende che vengono narrate dai pescatori del luogo, che la credono finita vittima del mare stesso, dibattuta tra il mostro di Scilla e quello di Cariddi, un essere che tramite i vortici fa naufragare tutti i marinai, e si arma per cercarla denunciandone la scomparsa. L'amico di infanzia della protagonista, da sempre innamorato di lei, capisce che l'unico modo per ritrovarla è aggrapparsi al sostegno e affetto della gente della loro terra, pregando che l'amore la liberi dalle oscurità che la tengono ancorata in fondo al mare.

#6-Nome del luogo- Scilla

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Scilla richiama generalmente il nome di una ninfa della mitologia greca, che mutata in mostro da Circe infestava lo Stretto di Messina in coppia con Cariddi - anche se nella mitologia Scilla era anche una principessa, figlia di Niso.  Tale nome, in greco Σκύλλα (Skylla) o Σκύλλη (Skylle), ha un'etimologia incerta. Potrebbe basarsi sul termine σκύλλα (skylla), "strappare", "dilaniare", oppure su skylax, "cucciolo". Invece il toponimo scylla ("cagna") richiama un misterioso mostro che sarebbe il responsabile di tempeste scatenatesi sul mare che determinarono la fine di molti naufraghi. Descritta da Strabone come uno scoglio simile a un'isola, Scilla mantiene tutt'ora i tratti di questo paesaggio. I suoi pochi abitanti furono degli abili navigatori e conoscitori delle rotte, notizia questa confermata da Girolamo di Stridone. Fonte:  https://it.wikipedia.org/wiki/Scilla_(nome)              https://it.wikipedia.org/wiki/Scilla_(I

#5-Mito- Scilla, Glauco e Circe

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Il mito di Scilla, narrato anche da Omero, narra la vicenda di una splendida fanciulla, figlia di Forco e Ceto. La ragazza era oggetto dell'amore di Glauco, figlio di Poseidone, Dio marino metà uomo e metà pesce. Scilla si ritrova a rifiutare l'amore di Glauco, che disperato, si rivolge alla maga Circe. Quest'ultima però resta a sua volta invaghita del Dio e per amore di Glauco nel sentire il rifiuto da parte della ragazza si vendica, gettando nel mare dove ella si bagna una pozione maligna. Nel momento in cui l'acqua viene a contatto con la pelle della ragazza questa si trasforma in un mostro gigantesco, con sei teste di cane, tre fila di denti ogni testa, un busto enorme e delle gambe che rassomigliano alla coda lunga e unica di un serpente. La storia di Scilla venne descritta nel’Odissea, XII, 112 e sgg. da Omero.

#4-Citazioni- Laurie Fabiano

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Elizabeth Street-da Scilla a New York, Laurie Fabiano.

#3-Libro: Elizabeth Street- da Scilla a New York

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Elizabeth Street - da Scilla a New York di Laurie Fabiano Il libro, romanzo ispirato ad una storia vera, traccia un ritratto di Giovanna Costa, donna che si lascia alle spalle i drammi di un Sud Italia provato dalla povertà e dilaniato dalla catastrofe del 1908, il terremoto di Messina, per raggiungere il Nuovo Mondo. La protagonista si farà strada nel mondo degli affari, col cuore sempre proteso a salvare l'unica cosa che conta per lei, la sua famiglia.

#2-Cose: L'arpione

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L'arpione per la pesca del pesce spada  L'arpione è una delle cose più importanti nella tradizione del comune di Scilla. Era utilizzata su imbarcazioni per permettere la caccia del pesce spada, pesce caratteristico di queste acque. Per più di duemila anni, dai tempi in cui le imbarcazioni si distaccavano notevolmente da quelle moderne, munite di accessori che rendono la pesca più agevole, la tecnica di pesca originaria è rimasta pressoché invariata: l'avvistamento del pesce dalla vedetta, l'inseguimento effettuato il più possibile nel silenzio, lo scagliargli l'arma e la lotta con l'animale  fino alla morte. La storia dice che la pesca al pesce spada si praticava già nel II° secolo a.C, come gli appunti degli storici greci testimoniano. La pesca però con gli anni è riuscita a incrementare le probabilità di successo per la cattura dei pesci. In tempi non moderni e meno recenti infatti il tasso di cattura di un pescespada si aggirava sotto al 40 % e il ris

#1-Luogo- Scilla

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Coordinate:   38°15'06.3" N 15°43'03.0" E Scilla Scilla (anticamente U Scigghiju  in calabrese) è un comune della provincia di Reggio Calabria. E' una rinomata località turistica situata su un promontorio all'ingresso settentrionale dello stretto di Messina. Il borgo sorge su di un alto sperone roccioso a picco sul mare. Le case, strette le une alle altre e separate da minuscole viuzze, sembrano sorgere direttamente dal mare azzurro , poggiando le fondamenta proprio sugli scogli. L'antico borgo è un susseguirsi di vie caratteristiche, mentre dall'alto domina l'austero Castello dei Ruffo  (in foto). Originariamente la costruzione fu voluta per scopi difensivi, finché nel 1532 il conte Paolo Ruffo non decise di trasformare l'austero castello in una residenza. Permette di godere di un panorama meraviglioso, con lo sguardo si raggiungono le coste siciliane e le isole Eolie.